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Servizio universale

 

Il servizio universale postale rientra tra i servizi di pubblica utilità ed è volto a garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire dei servizi postali, definiti dal legislatore "essenziali". La possibilità di usufruire dei servizi postali deve, pertanto, essere indipendente da fattori come il reddito o la collocazione geografica. Se così non fosse i cittadini che abitano in zone disagiate (zone montane, realtà insulari) del Paese potrebbero non essere in grado utilizzare i servizi postali che risulterebbero troppo cari a causa degli alti costi sostenuti per le fasi di trasporto, smistamento e, soprattutto, recapito.

In Italia il servizio universale postale è affidato a Poste Italiane fino al 2026.  Il Ministero dello sviluppo economico (MISE) effettua, ogni cinque anni, un controllo sull'affidamento in base all'analisi svolta dall'Autorità. Nel 2016 l'Autorità ha concluso l'analisi relativa al primo quinquennio e nel 2021 quella relativa al secondo quinquennio, verificando la conformità del servizio svolto da PI alle garanzie di continuità e qualità nonché la rispondenza ai criteri di riduzione dei costi e di redditività degli investimenti previsti dal Contratto di Programma, stipulato tra il MISE e Poste Italiane.  

Il servizio universale comprende:

1. la raccolta, il trasposto, lo smistamento e la distribuzione degli invii postali fino a 2 Kg; 

2. la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione dei pacchi postali fino a 20 Kg;

3. i servizi relativi agli invii raccomandati e agli invii assicurati;

4. la "posta massiva" (comunicazioni bancarie, bollette e bollettini di pagamento, etc.).

La legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2017 ha abolito la riserva a favore di Poste Italiane per la notifica degli atti giudiziari e delle contravvenzioni del Codice della strada. Di conseguenza, l'Autorità, esercitando le competenze che tale Legge le ha attribuito, ha approvato la delibera n. 77/18/CONS, recante il Regolamento per il rilascio delle licenze per svolgere il servizio di notificazione, tramite posta, di tali atti al fine di consentire anche agli operatori postali alternativi dotati del necessario titolo abilitativo di fornire i servizi di notifica degli atti giudiziari e delle contravvenzioni al Codice della strada.

 

Il costo netto del servizio universale

L'Autorità verifica ex post il calcolo del costo netto del servizio universale effettuato da Poste Italiane.  A tale scopo, PI in qualità di fornitore designato, trasmette all'Autorità entro il mese di giugno di ciascun anno la propria quantificazione dell'onere del servizio universale sostenuto nel precedente esercizio contabile, calcolato sulla base della separazione contabile certificata.

Il costo netto del servizio universale postale può essere finanziato dal bilancio dello Stato e da un apposito fondo di compensazione, cui contribuiscono gli operatori postali. Finora in Italia il fondo di compensazione non è stato istituito.

Per il calcolo del costo netto del servizio universale postale l'Autorità utilizza la metodologia prevista dall'Allegato I alla direttiva europea, ossia il "Profitability cost approach". In base a questa metodologia il costo netto è calcolato come differenza tra il risultato d'esercizio dell'operatore designato per la fornitura del servizio universale ed il risultato d'esercizio che lo stesso operatore conseguirebbe nell'ipotesi in cui non fosse soggetto agli obblighi di fornitura del servizio universale. Il fornitore designato è, dunque, compensato non solo delle perdite nette ma anche dei mancati profitti per la fornitura del servizio universale. Ai fini del calcolo, il perimetro di riferimento è utilizzato è quello comprendente i soli servizi rientranti nel servizio universale.

I procedimenti di verifica del calcolo del costo netto del servizio universale postale: l'innovativo intervento del Regolatore

L'ultimo iter istruttorio per la verifica del calcolo del costo netto del servizio postale universale per gli anni 2017, 2018 e 2019, secondo la metodologia conforme alle indicazioni contenute nella direttiva 2008/6/CE, si è concluso con la delibera n. 199/21/CONS.

Per gli anni precedenti (2011-2012, 2013-2014 e 2015-2016) la valutazione del costo netto sostenuto da Poste Italiane si è conclusa con l'adozione di tre provvedimenti, la delibera n. 412/14/CONS, la delibera n. 298/17/CONS e la delibera n. 214/19/CONS, con le quali l'Autorità, utilizzando la metodologia del profitability cost e, in alcuni casi, applicando alcuni correttivi ai costi dello scenario fattuale per tenere conto degli efficientamenti realizzabili dall'incumbent, è sempre giunta ad una valutazione del costo netto del servizio universale postale sensibilmente inferiore rispetto a quella effettuata da Poste Italiane. Cionondimeno, l'Autorità ha sempre ritenuto iniquo l'onere sostenuto da Poste Italiane che ha dunque potuto beneficiare della compensazione statale; l'Autorità, invece, non ha mai ritenuto opportuna finora l'attivazione del fondo di compensazione.

 

La tutela dell'utente del servizio universale

L'Autorità, con la delibera n. 385/13/CONSha approvato le condizioni generali di servizio per l'espletamento del servizio postale universale, che disciplinano le modalità di erogazione dei servizi postali universali, incrementando gli obblighi informativi e stabilendo che le informazioni siano disponibili sia on line sia negli uffici postali. La delibera ha anche raddoppiato il tempo di giacenza gratuito degli invii postali che non è stato possibile consegnare, passato da cinque a dieci giorni.

L'Autorità, con la delibera n. 342/14/CONS,  ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali, precedentemente fissati con decreto del Ministero dello sviluppo economico, con specifiche previsioni a tutela degli utenti del servizio postale universale che abitano nelle zone remote del Paese. In particolare, al fine di garantire la sussistenza di un livello adeguato di servizio, il provvedimento regolamenta la chiusura degli uffici postali nelle aree remote, ossia nei comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio, da scarsa densità abitativa o nelle isole nelle quali sia presente un solo presidio postale. Il provvedimento stabilisce che Poste Italiane deve comunicare con un congruo anticipo alle istituzioni coinvolte le misure di razionalizzazione degli uffici postali previsti nel piano annuale, in modo da poter permettere l'avvio di tavoli di confronto sull'impatto degli interventi previsti e sulla possibile individuazione di soluzioni alternative.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il servizio universale postale rientra tra i servizi di pubblica utilità ed è volto a garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire dei servizi postali, definiti dal legislatore "essenziali". La possibilità di usufruire dei servizi postali deve, pertanto, essere indipendente da fattori come il reddito o la collocazione geografica. Se così non fosse i cittadini che abitano in zone disagiate (zone montane, realtà insulari) del Paese potrebbero non essere in grado utilizzare i servizi postali che risulterebbero troppo cari a causa degli alti costi sostenuti per le fasi di trasporto, smistamento e, soprattutto, recapito.

In Italia il servizio universale postale è affidato a Poste Italiane fino al 2026.  Il Ministero dello sviluppo economico (MISE) effettua, ogni cinque anni, un controllo sull'affidamento in base all'analisi svolta dall'Autorità. Nel 2016 l'Autorità ha concluso l'analisi relativa al primo quinquennio e nel 2021 quella relativa al secondo quinquennio, verificando la conformità del servizio svolto da PI alle garanzie di continuità e qualità nonché la rispondenza ai criteri di riduzione dei costi e di redditività degli investimenti previsti dal Contratto di Programma, stipulato tra il MISE e Poste Italiane.  

Il servizio universale comprende:

1. la raccolta, il trasposto, lo smistamento e la distribuzione degli invii postali fino a 2 Kg; 

2. la raccolta, il trasporto, lo smistamento e la distribuzione dei pacchi postali fino a 20 Kg;

3. i servizi relativi agli invii raccomandati e agli invii assicurati;

4. la "posta massiva" (comunicazioni bancarie, bollette e bollettini di pagamento, etc.).

La legge annuale per il mercato e la concorrenza del 2017 ha abolito la riserva a favore di Poste Italiane per la notifica degli atti giudiziari e delle contravvenzioni del Codice della strada. Di conseguenza, l'Autorità, esercitando le competenze che tale Legge le ha attribuito, ha approvato la delibera n. 77/18/CONS, recante il Regolamento per il rilascio delle licenze per svolgere il servizio di notificazione, tramite posta, di tali atti al fine di consentire anche agli operatori postali alternativi dotati del necessario titolo abilitativo di fornire i servizi di notifica degli atti giudiziari e delle contravvenzioni al Codice della strada.

 

Il costo netto del servizio universale

L'Autorità verifica ex post il calcolo del costo netto del servizio universale effettuato da Poste Italiane.  A tale scopo, PI in qualità di fornitore designato, trasmette all'Autorità entro il mese di giugno di ciascun anno la propria quantificazione dell'onere del servizio universale sostenuto nel precedente esercizio contabile, calcolato sulla base della separazione contabile certificata.

Il costo netto del servizio universale postale può essere finanziato dal bilancio dello Stato e da un apposito fondo di compensazione, cui contribuiscono gli operatori postali. Finora in Italia il fondo di compensazione non è stato istituito.

Per il calcolo del costo netto del servizio universale postale l'Autorità utilizza la metodologia prevista dall'Allegato I alla direttiva europea, ossia il "Profitability cost approach". In base a questa metodologia il costo netto è calcolato come differenza tra il risultato d'esercizio dell'operatore designato per la fornitura del servizio universale ed il risultato d'esercizio che lo stesso operatore conseguirebbe nell'ipotesi in cui non fosse soggetto agli obblighi di fornitura del servizio universale. Il fornitore designato è, dunque, compensato non solo delle perdite nette ma anche dei mancati profitti per la fornitura del servizio universale. Ai fini del calcolo, il perimetro di riferimento è utilizzato è quello comprendente i soli servizi rientranti nel servizio universale.

I procedimenti di verifica del calcolo del costo netto del servizio universale postale: l'innovativo intervento del Regolatore

L'ultimo iter istruttorio per la verifica del calcolo del costo netto del servizio postale universale per gli anni 2017, 2018 e 2019, secondo la metodologia conforme alle indicazioni contenute nella direttiva 2008/6/CE, si è concluso con la delibera n. 199/21/CONS.

Per gli anni precedenti (2011-2012, 2013-2014 e 2015-2016) la valutazione del costo netto sostenuto da Poste Italiane si è conclusa con l'adozione di tre provvedimenti, la delibera n. 412/14/CONS, la delibera n. 298/17/CONS e la delibera n. 214/19/CONS, con le quali l'Autorità, utilizzando la metodologia del profitability cost e, in alcuni casi, applicando alcuni correttivi ai costi dello scenario fattuale per tenere conto degli efficientamenti realizzabili dall'incumbent, è sempre giunta ad una valutazione del costo netto del servizio universale postale sensibilmente inferiore rispetto a quella effettuata da Poste Italiane. Cionondimeno, l'Autorità ha sempre ritenuto iniquo l'onere sostenuto da Poste Italiane che ha dunque potuto beneficiare della compensazione statale; l'Autorità, invece, non ha mai ritenuto opportuna finora l'attivazione del fondo di compensazione.

 

La tutela dell'utente del servizio universale

L'Autorità, con la delibera n. 385/13/CONSha approvato le condizioni generali di servizio per l'espletamento del servizio postale universale, che disciplinano le modalità di erogazione dei servizi postali universali, incrementando gli obblighi informativi e stabilendo che le informazioni siano disponibili sia on line sia negli uffici postali. La delibera ha anche raddoppiato il tempo di giacenza gratuito degli invii postali che non è stato possibile consegnare, passato da cinque a dieci giorni.

L'Autorità, con la delibera n. 342/14/CONS,  ha integrato i criteri di distribuzione degli uffici postali, precedentemente fissati con decreto del Ministero dello sviluppo economico, con specifiche previsioni a tutela degli utenti del servizio postale universale che abitano nelle zone remote del Paese. In particolare, al fine di garantire la sussistenza di un livello adeguato di servizio, il provvedimento regolamenta la chiusura degli uffici postali nelle aree remote, ossia nei comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio, da scarsa densità abitativa o nelle isole nelle quali sia presente un solo presidio postale. Il provvedimento stabilisce che Poste Italiane deve comunicare con un congruo anticipo alle istituzioni coinvolte le misure di razionalizzazione degli uffici postali previsti nel piano annuale, in modo da poter permettere l'avvio di tavoli di confronto sull'impatto degli interventi previsti e sulla possibile individuazione di soluzioni alternative.